in Abruzzo 2014
Gran Sasso,
secoli di immagini e storie
Mappe,
carte, disegni, vedute pittoriche, schizzi,
appunti di viaggio, e le prime fotografie. Paesaggi e persone, paesi
e mestieri, sentieri e escursionisti. La montagna e l'uomo. Una
grandiosa galleria di immagini, dal Cinquecento ai primi del
Novecento. Al centro sempre lui, il massiccio simbolo dell'Abruzzo.
La raccolta iconografica più completa mai pubblicata finora sulla
montagna più alta degli Appennini è racchiusa nel prezioso volume "Atlante
storico del Gran Sasso d'Italia" (180 pagine, 40 euro) appena
pubblicato dalla casa editrice teramana Ricerche&Redazioni. La
pregevole opera, che come recita il sottotitolo è un repertorio per
un'iconografia generale del Gran Sasso dal XVI al XX secolo.
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Curato nei minimi
dettagli dagli editori Giacinto Damiani e Barbara Marramà, il libro
è il secondo volume della collana Atlante, e segue l'Atlante storico
della Città di Teramo, altrettanto elegante e completo. Dotto e
spettacolare al contempo, l'Atlante storico del Gran Sasso d'Italia
comprende una carrellata ricchissima di immagini, molte delle quali
inedite, che parte dal minuzioso disegno realizzato nel 1573 (e
pubblicato nel 1599) da Francesco De Marchi, l'ingegnere militare
bolognese al seguito di Margherita d'Austria, che per primo scalò il
Monte Corno, e si chiude con una fotografia del 1960 raffigurante il
Rifugio Carlo Franchetti nel vallone delle Cornacchie sullo sfondo
delle Fiamme di pietra del Corno Piccolo.
Questa, come tante altre
foto, proviene dall'archivio storico del Cai (Club alpino italiano)
di Roma, mentre altre immagini giungono dal Cai di Torino. Molti
documenti, non solo iconografici, sono conservati negli Archivi di
Stato dell'Aquila e di Teramo, dalla biblioteca provinciale
Melchiorre Dèlfico di Teramo e dalla Tommasi dell'Aquila, oltre che
da altri istituti di cultura e conservazione nonché da collezioni
private. Di notevole interesse in apertura di volume i testi dei tre
autori e il saggio introduttivo dello storico Alessandro Clementi,
in cui sono contenuti anche stralci dagli scritti di quanti salirono
sul Gran Sasso, da Francesco De Marchi in poi, e gli interventi di
Paolo Muzi (Archivio di Stato L'Aquila) e Luciana D'Annunzio (Archivio
di Stato Teramo). Ecco poi susseguirsi nelle pagine dell'Atlante
l'affascinante ed evocativo racconto visivo della montagna e degli
uomini, attraverso cartografie storiche, mappe, piante topografiche,
incisioni dal Seicento fino all'Ottocento, dipinti di Gennaro Della
Monica, Gonsalvo Carelli, Estella Canziani, litografie tratte da
disegni di tanti autori (tra i quali Edward Lear), schizzi e appunti
di viaggio, antiche copertine di libri e riviste, manifesti
pubblicitari, cartoline illustrate, perfino un accenno a esemplari
floristici e faunistici con immagini tratte dagli erbari e bestiari
conservati nella biblioteca Melchiorre Dèlfico.
In compagnia di cartografi, pittori, esploratori, viaggiatori, e
dei primi escursionisti e sci-alpinisti si viaggia in una storia
per immagini di oltre mezzo secolo, che racconta anche come sia
mutato l'approccio alla montagna, da luogo via via di
sopravvivenza, ricerca, esplorazione, fino a scenario del
«sublime assurdo», come scrive Alessandro Clementi, con la
nascita dell'alpinismo moderno.
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